| Massimo Fuser - Genius@Work | 29-04-2019
Un paio di fix di prossima implementazione del noto browser Google Chrome sono in arrivo con i prossimi aggiornamenti, ma meglio almeno esserne al corrente vista la propagazione di utilizzo di questo browser. Certo, basterebbe usarne un altro, ma ormai la tendenza è un po’ quella di uniformarsi alle sue regole. Per quanto la loro applicazione possa influire positivamente o negativamente nell’uso e nell’etica.
Sommario:
1- Google Chrome
2- Blocco automatico dei download
3- Navigazione in incognito
La statistica di visualizzazione del sito w3schools.com, proclama il browser Chrome del colosso californiano come il browser più usato e stacca pure la concorrenza di un bel po’:
Inutile dire che esercita una certa egemonia nel panorama di internet e la conseguenza più naturale che ci possa aspettare è che faccia anche da riferimento nel momento in cui detta nuove regole. Il mondo del web designer e del web developer è particolarmente legato, per ovvi motivi, a queste regole, in fatto soprattutto di prestazioni, ma non solo.
La prima novità è anche la più recente e riguarda l’intenzione di Google Chrome di inibire e quindi bloccare la possibilità effettuare download di file da siti web non protetti.
Google sta proseguendo per la sua strada ormai ben segnata, perseguendo lo scopo di rendere sempre più sicura la navigazione nel utilizzando il suo browser. Intento che ha perseguito, ad esempio, con i siti dotati di certificato SSL, valorizzandoli in termini di sicurezza e che influisce altresì nel ranking di posizionamento. Leggo l’articolo HTTPS, superpoteri per il tuo sito web nel nostro Blog, per approfondire.
Ma come funzionerà? Semplicemente Chrome contrassegnerà i contenuti come misti e bloccherà a monte l’eventuale download. Non in tutti i casi però.
Innanzitutto il tipo di connessione, il blocco avverrà per quei download che transitano da una connessione sicura, quindi da siti HTTPS, a una non sicura, HTTP.
In secondo luogo, il tipo di file. Bilanciare equilibrio e vulnerabilità secondo quanto reso noto da Emily Stark nella mailing list del W3C, il progetto, attualmente in fase di sviluppo, tratterà specifici file ad alto rischio.
Eseguibili in prima posizione (EXE, DMG e estensioni CRX di Chrome) seguiti dalle note estensioni dei file di archivio (RAR, ZIP, TAR, 7Z per citarne alcune). Se volete consultare una lista cliccate a questo link.
Mozilla, che non trascura sicurezza e privacy degli utenti, si è detta interessata a partecipare al progetto prevedendo una futura integrazione in Firefox della funzionalità. La volontà è quella di una collaborazione per garantire supporto agli utenti fornendo statistiche e condividendole per sensibilizzare i naviganti.
La seconda è meno recente, ma di prossima implementazione. Si parla di Aprile 2019 ed arriverà come funzionalità opzionale con Chrome aggiornato alla versione 74, in versione sperimentale raggiungibile da flags, chrome://flags. Dalla versione 76 ci si aspetta l’abilitazione di default.
Parliamo della navigazione in incognito, una modalità che permette una navigazione senza lasciare tracce e che impedisce ai siti web di tracciarvi usando i cookie.
Molti siti impediscono la possibilità di essere raggiunti attraverso questa modalità, impedendo ad esempio la lettura degli articoli.
Questo perché molti siti web ricavano molto dalle pubblicità e la non tracciabilità influisce molto sul fatturato.
E’ appurato che durante la navigazione in incognito, se la pubblicità viene comunque mostrata non c’è collegamento tra la pagina e l’utente.
L’API ‘filesystem’, introdotta da Google nel 2010, nella navigazione in incognito è disabilitata, riconoscendo questa modalità molti siti bloccano gli utenti.
Google, la cui crociata mira a rendere la navigazione veramente anonima, alla richiesta di navigazione in incognito creerà un ‘filesystem’ virtuale e non restituirà un errore, con questo escamotage sembrerà che l’API sia sempre operativa e i siti mostreranno i loro contenuti con qualsiasi modalità di visualizzazione.
Ovviamente questo rappresenta per Google una soluzione temporanea nell’attesa dell’effettiva eliminazione dell’API nel momento in cui si verifichi una situazione illegittima legata alla tracciabilità degli utenti in modalità navigazione in incognito.
Sono a tua disposizione per qualsiasi chiarimento, non esitare a contattarmi.
Massimo Fuser
Genius@Work